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L’export alimentare in Italia è un mercato con un valore di oltre 50 miliardi di Euro. Rappresenta un’importante opportunità per le aziende del settore agroalimentare, che possono espandere il proprio business sui mercati internazionali e valorizzare i nostri prodotti tipici.

Prodotti che sono sempre più richiesti ed apprezzati in tutto il mondo. Tuttavia, per accedere a questi mercati, le aziende devono soddisfare una serie di requisiti e normative che variano a seconda del paese di destinazione e dei prodotti esportati.

Requisiti che possono essere volti alla salute dei consumatori, tutelare il mercato, ed il portafoglio di questi ultimi. Infatti le eccellenze italiane, sono spesso oggetto di attività di frode alimentare che rischia di minare la fiducia dei consumatori nei confronti dei produttori italiani.

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Requisiti e normative per l’Export di alimenti italiani: i requisiti obbligatori

Per esportare alimenti italiani verso paesi extra-UE, le aziende devono conformarsi alle regolamentazioni specifiche di ciascun paese di commercializzazione in materia di sicurezza alimentare, etichettatura, ed altre normative tecniche.

Vediamo quali sono i requisiti generali:

  • Registrazione. Essere notificati e riconosciuti presso le autorità competenti come produttore o broker alimentare;
  • Riconoscimento. Per alcuni paesi, per esempio per gli Stati Uniti, deve essere replicata la registrazione anche presso l’autorità nazionale, in questo caso FDA, Food and Drugs Administration;
  • Gestione del rischio. A seconda della tipologia di paesi nei quali si dovrà esportare deve essere messa in atto attività di gestione dei rischi alimentari. Un esempio ne sono i sistemi HACCP, Hazard analysis and critical control points, che richiedono la gestione dei pericoli alimentari biologici, chimici, e fisici, secondo l’individuazione dei punti critici di controllo. Oppure il sistema HARPC, Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls, adottato negli USA, che ha una gestione più preventiva dei pericoli, includendo anche quelli radioattivi e l’adulterazione intenzionale degli alimenti, o food defense;
  • Etichettatura. Gli alimenti devono essere in compliance con i requisiti di etichettatura alimentare rispetto ai paesi di commercializzazione. Nella UE il requisito è definito dal Reg CE 1169, ma deve essere valutato il rispetto ti tutti i mercati di commercializzazione;
  • Packaging. Non sono gli alimenti ma importanti sono anche i materiali utilizzati per il confezionamento, che fanno parte dei MOCA. Deve essere dimostrato che i materiali a contatto con gli alimenti non devono rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori. 
  • Formazione. Una parte della gestione del rischio, è ottimizzata con la formazione degli operatori, un obbligo da rispettare e necessario per la produzione di alimenti sicuri.
  • Valutazioni analitiche. L’azienda deve evidenziare l’impegno di effettuazione di campionature analitiche a validazione delle attività viste sopra.

Per la gestione di questi requisiti vi sono degli efficaci strumenti, norme e standard di certificazione alimentare, che possono ‘facilitare’ le organizzazioni nella creazione di un sistema di gestione organizzato per i requisiti.

Gli aspetti commerciali dell’export

Per competere con successo sui mercati internazionali, le aziende italiane devono promuovere il Made in Italy ed i prodotti tipici attraverso una strategia di marketing efficace e mirata. Una sana comunicazione che punti a far comprendere le qualità delle nostre eccellenze, e che deve sempre essere sostenuta da evidenze.

La qualità percepita degli alimenti italiani è altissima, non serve inventarsi slogan, diciture assurde spesso non dimostrabili.

Facciamo alcuni esempi: sostenibile, sulla base di che cosa? Oppure ricco di ‘….’, ma senza averne nessuna evidenza. Dalla vecchia ricetta di ‘…’, diciture che non solo non comunicano nulla di reale, ma che possono essere anche considerate pericolose.

Altro fattore molto importante è quello della logistica. La distribuzione dei prodotti alimentari all’estero richiede una conoscenza approfondita dei canali di vendita e dei sistemi di logistica, nonché una buona gestione della catena di distribuzione e del servizio clienti. Puoi scegliere di vendere direttamente ai consumatori, attraverso e-commerce o in partnership con distributori locali.

Ma per fare questo si deve essere pronti a progettare tutto il processo, approfondendo necessità di ogni anello della catena.

Barriere commerciali: come affrontarle

Le barriere commerciali, come i dazi doganali, le restrizioni quantitative e le normative di importazione, la lingua, possono rappresentare una sfida per la tua azienda. Per affrontare queste barriere, potrai adottare strategie di diversificazione dei mercati, di creazione di alleanze strategiche con partner locali e di lobbying a livello internazionale.

Considerare attività di crescita delle risorse, ed il raggiungimento di una certificazione alimentare che ti permetta di migliorare la tua reputazione e presentarti pronto alle richieste dei mercati.

In conclusione, l’Export rappresenta una grande opportunità per le aziende del settore agroalimentare, ma richiede un’attenta valutazione dei requisiti e delle normative specifiche di ciascun paese, nonché una strategia di marketing efficace e una gestione logistica evoluta.

Che cosa è il fenomeno dell’italian sounding nel mercato alimentare?

Il fenomeno dell’italian sounding si riferisce all’uso di nomi, immagini e simboli evocativi dell’Italia e della sua cultura gastronomica per promuovere prodotti alimentari che in realtà non sono italiani o che sono solo parzialmente di origine italiana.

Questo tipo di marketing fuorviante è spesso utilizzato da produttori stranieri che cercano di sfruttare la reputazione di eccellenza dei prodotti alimentari italiani per aumentare le vendite dei propri prodotti.

In pratica, questi produttori utilizzano nomi o parole italiane o evocative dell’Italia per dare l’impressione che il prodotto sia di origine italiana o che abbia almeno una qualche relazione con l’Italia. Tuttavia, spesso questi prodotti non rispettano gli standard qualitativi e le normative che garantiscono la vera origine italiana e la qualità dei prodotti alimentari.

Questa pratica è stata oggetto di preoccupazione da parte delle autorità italiane, che cercano di proteggere e valorizzare la propria cultura gastronomica e i propri prodotti alimentari di alta qualità. Inoltre, l’italian sounding può danneggiare le imprese italiane che operano nel settore agroalimentare e che investono in prodotti di alta qualità e in ricerche e sviluppo per garantire la qualità dei propri prodotti.

Frode alimentare: oltre l’italian sounding

Le frodi alimentari sono pratiche commerciali fraudolente in cui i produttori, i distributori o i venditori di alimenti imbrogliano i consumatori sul contenuto, l’origine, la qualità, la freschezza o la sicurezza degli alimenti che vendono. Queste frodi possono avere gravi conseguenze sulla salute pubblica e sull’economia.

Tra le frodi alimentari più importanti ci sono:

  • La vendita di alimenti contraffatti, come ad esempio il miele diluito con zucchero, l’olio d’oliva mescolato con altri oli meno costosi, il pesce di acquacoltura venduto come pesce selvatico, ecc.
  • La vendita di alimenti adulterati, cioè contenenti sostanze nocive o vietate, come ad esempio gli alimenti contenenti additivi illegali, pesticidi vietati, micotossine, ecc.
  • La vendita di alimenti scadenti o deteriorati, come ad esempio la carne o il pesce non conservati correttamente o le verdure non fresche.

Il ruolo dell’ICQRF (Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) è quello di contrastare le frodi alimentari e garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti commercializzati in Italia.

L’ICQRF svolge attività di controllo lungo tutta la filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione, al fine di prevenire e reprimere le frodi. Inoltre, l’ICQRF collabora con altre autorità nazionali ed internazionali per contrastare le frodi alimentari a livello globale.

Certificazione alimentare: lo strumento più importante per la tua azienda

Gli standard e le norme di certificazione alimentare rappresentano un insieme di requisiti che possono essere di aiuto per l’export alimentare italiano.

Richiedono l’implementazione di attività a tutela della salute dei consumatori globali, e dei mercati, quindi possono essere un’importante aiuto anche per la tutela dei prodotti e della tua azienda.

Gli standard e le norme alimentari più richieste sono le seguenti:

  • Certificazione ISO 9001. Non è proprio una norma specifica alimentare, ma ciò che definisce le basi di un sistema di gestione qualità, grazie al suo approccio per processi permette di ottenere la massima soddisfazione del cliente;
  • Certificazione ISO 22000. Definisce i requisiti per i sistemi di gestione per la sicurezza alimentare. La ‘base’ della gestione dei requisiti di food safety;
  • Certificazione ISO 22005. Definisce i requisiti di un sistema per la tracciabilità di filiera, permette di creare una gestione organizzata di tutti gli attori di filiera;
  • Certificazione IFS. Standard nato per la qualifica dei fornitori della grande distribuzione franco-tedesca, di proprietà dell’International Featured Standard;
  • Certificazione BRCGS. Gemello del precedente nato dalla GDO di natura anglosassone, di proprietà del British Retail Standard;
  • Certificazione FSSC 22000. A differenza dei precedenti nasce dall’impegno dei grandi produttori globali;
  • Certificazione Global Gap. Di proprietà di Eurogap, si applica al contesto primario ortofrutticolo, zootecnico, mangimistico ed ittico.

A livello internazionale ad un gradino più alto vi sono gli standard riconosciuti da GFSI, Global Food Safety Initiative, che sono gli standard BRCGS, IFS, FSSC 22000 e Global Gap. Questi sono quelli richiesti sia dai broker internazionali, sia dalla grande distribuzione.

Questi sono applicabili, a parte Global Gap, alle organizzazioni di produzione alimentare, di moca, ed attori che erogano servizi di logistica ed agenzie di vendita.

Ti segnaliamo una utile guida per quello che è considerato lo standard globale, che puoi trovare visitando il link che trovi qui di seguito: https://www.sistemieconsulenze.it/certificazione-brc/